Il Centro Etnologico Canavesano (C.E.C.)

Una proposta di collaborazione culturale tra i Comuni e gli altri Enti territoriali e il Coro Bajolese per estendere e approfondire l'indagine etnografica in tutto il Canavese.

La collaborazione succitata impone ai Comuni non solo il pagamento di un canone annuale (modestissimo), ma l'obbligo di segnalare al Coro, che costituisce la parte tecnica, i momenti e i personaggi che hanno valore culturale e che meritano di essere documentati e sentiti.

L'attività del C.E.C, (fondato dal Coro Bajolese nel 1975) si è sviluppata tenendo conto di quattro momenti, che caratterizzano una corretta indagine sulla Cultura Orale:

La Ricerca, La Restituzione, L'Analisi e L'Archivio delle testimonianze raccolte.

 

 
 

Barba Tëch

 

 
La Ricerca

È iniziata nel 1969 per vocazione spontanea di alcuni componenti del Coro, che ritenevano doveroso riproporre i canti della propria Gente, piuttosto che rifare il verso ad altre esperienze corali.

Così abbiamo imparato a conoscere la nostra Gente e preso coscienza della vastità del problema e nello stesso tempo dell'abbondante messe che si poteva ancora raccogliere dalla fertile e generosa memoria dei nostri collaboratori.

Fu cosi che nacque l'idea di fondare il C.E.C., chiamando a collaborare con noi proprio quegli Enti che sono designati dalla Gente stessa.

Prima col magnetofono e la macchina fotografica, poi con la cinepresa e la telecamera abbiamo raccolto testimonianze sui canti, sulle feste, sui riti, sul lavoro, sull'immigrazione e ogni altra espressione riguardante la Gente che vive in Canavese.

Migliaia di testimonianze, ore di registrazione, immagini documentano il nostro lavoro, ma soprattutto ci mostrano il connettivo socio culturale del Canavese antico e moderno.

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La Restituzione

Dopo la raccolta la restituzione attuata con audiocassette (ne sono state realizzate fino ad ora 50), dischi, libri, opuscoli e per un certo tempo con una rivista (Gente nel Canavese) ha consentito al C.E.C. di intrecciare un fitto dialogo coi propri collaboratori facendo nascere negli stessi una nuova coscienza culturale delle cose che sapevano.

Ma anche nella scuola, l'esperienza triennale con le insegnanti del 2° circolo di Ivrea, l'ausilio per la stesura delle tesi di laurea, il C.E.C, ha dato il suo contributo di conoscienza.

La restituzione, che per un certo tempo si è realizzata anche attraverso le emittenti locali (sulla radio eporediese siamo stati presenti fin dal 1976) si è rivelata un mezzo efficace per imparare a conoscere sempre meglio la realtà canavesana.

Da oltre vent’anni organizziamo gli "Incontri del Venerdì" per dare modo ai gruppi e alle persone singole di venire a raccontare in...diretta le proprie esperienze.

Il Coro Bajolese è poi l'ambasciatore del C.E.C, e dei suoi collaboratori là dove viene invitato a cantare.

Abbiamo pubblicato recentemente un’opera che riassume l'attività di ricerca e di restituzione del canto popolare canavesano e piemontese svolta in questi anni.

Costantino Nigra dedicò molti anni della sua vita ricercando e raccogliendo i testi dei canti popolari narrativi pubblicandoli poi, nel 1888, nel libro "I canti popolari del Piemonte", testo che pose senza dubbio una pietra miliare nel campo degli studi etnografici e filologici.

Con questa nostra pubblicazione (15 CD - Vitalità e sopravvivenza della ballata epico-lirica in Piemonte) ricordiamo la sua opera fondamentale che ci ha guidati nella ricerca e raccolta dei canti (non soltanto di quelli da lui annotati) tra la Gente che vive in Piemonte e nello stesso tempo desideriamo rendere omaggio ai cantori che li hanno difesi e che ancor oggi li utilizzano per animare la vita associativa delle borgate in cui vivono.

L’opera è costituita da un cofanetto contenente 15 CD ed un libretto con l’indicazione per ciascun CD dell’indice dei brani, gli esecutori e le località dove sono stati raccolti.
Di ciascun canto narrativo sono presentate tutte le versioni ritrovate in Canavese ed in altri luoghi del Piemonte.

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L'Analisi

È la fase più difficile, dove occorre l'ausilio di studiosi delle varie discipline per recuperare i valori ancora attuali contenuti nel materiale raccolto.

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Elvira
 

 

CEC
 
 

Ringraziamento per collaborazione

Di seguito riportiamo l'elogio dei curatori per il contributo nel realizzare la riedizione 2009 dei Canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra ...

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L'Archivio

Le migliaia di registrazioni, fotografie e riprese video che abbiamo raccolto in tutti questi anni sono confluite nell’archivio del C.E.C.

Oltre alle registrazioni dei canti (che naturalmente costituiscono una parte importante dell’archivio) ci sono testimonianze sugli usi locali, sui mestieri, sui riti, sulle feste; inoltre fiabe, leggende, indovinelli, proverbi, racconti di vita vissuta (la guerra partigiana,
il lavoro, ...).

È in corso il trasferimento delle registrazioni da audiocassette a CD, ed ora stiamo anche pensando al trasferimento delle fotografie (diapositive) e dei video (videocassette) su DVD.

L’archivio dispone di una propria sede con attrezzature quali computer e strumenti di registrazione con i quali continua l’attività di ricerca e di catalogazione.

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Pensieri

Le notizie che riguardano le tradizioni popolari sono sempre richiami che riempiono il cuore di allegria e speranza. Veramente quando sentiamo queste notizie ci viene spontaneo di esclamare: meglio tardi che mai!
Pensando all’inizio della nostra attività di ricerca, avviata nel 1966 colla fondazione del Coro Bajolese e proseguita sistematicamente con magnetofono e macchina fotografica fin dal 1969, ci vengono alla memoria i sorrisi ironici e le canzonatorie pacche sulle spalle che suonavano come definitiva condanna al fallimento della nostra iniziativa: tanto non troverete niente!
Neppure oggi, con l’archivio pieno di testimonianze di ogni genere, ci sentiamo di ripetere quelle “frasi stolte”, che rivelavano la profonda ignoranza, sull’argomento, di chi le aveva pronunciate.
Al contrario una ricerca seria, che prescinda dall’effimero desiderio di seguire mode e modelli ricorrenti, è sempre da applaudire e sostenere.
Non solo, ma è da estendere a tutte le attività e a tutte gli aspetti della società attuale così profondamente modificata con l’arrivo di Gente proveniente da mondi così lontani dal nostro.
In sostanza è un’opportunità che si presenta per conoscere realtà difficilmente avvicinabili.
Ma non basta l’articolo sul giornale locale o lo “spot” televisivo, per esaurire il doveroso omaggio al mondo popolare.
Occorre proseguire il cammino, non fermarsi alla banalità di un’occasione fugace, seppure suggestiva, di una manifestazione “folcloristica” che lascia il tempo che trova.
Altre notizie che ci lusingano molto sono legate ai gruppi che cantando ripropongono pari pari il repertorio che abbiamo imparato dai nostri collaboratori e divulgato in tante occasioni oltre ché su audio cassette e CD.
Pochi sono i gruppi canori che vantano degli imitatori.
Ciò significa che la nostra scelta di recuperare il repertorio antico, ha un senso anche per altri, anche se non lo dichiarano.
In sostanza ci conferma circa la bontà della nostra azione.
Il problema è tutto degli “imitatori”.
È noto che nella vita il periodo dell’imitazione è l’infanzia. I bambini ripetono quello che vedono fare da chi li circonda, almeno fin quando non cresceranno.
Ma un gruppo di adulti che cantando si comporta come i bambini, quando crescerà?

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